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Libri ricevuti ragionati

Estudis Romànics (Institut d’Estudis Catalans), 22, 2000, pp. 298. – ISSN 0211-8572

Dopo tredici anni di silenzio, riprende le pubblicazioni la rivista Estudis Romànics, fondata nel 1947 da Ramon Aramon i Serra, scomparso proprio quest’anno. La nuova serie («segona època») è diretta da Antoni M. Badia i Margarit, che la introduce con quello che definisce un «article programàtic», «Romania, Romanitas, Romanistica», pp. 7-22. Il primo e il terzo termine sono senza accento nel titolo in tutto maiuscole (benché il set dei caratteri della rivista ammetta le maiuscole accentate) e nell’indice; con l’accento nel corpo dell’articolo e nei titoli correnti. Nella nota 1, a p. 7, si dice che «aquest títol ha d’esser llegit i entès en llatí, malgrat que cap dels tres mots que el componen no figura als diccionaris de la llengua clàssica»; ma per la verità Romania («un nom propi que només podia existir quan la llatinitat ja pertanyia al passat») è attestato per la prima volta in Paolo Orosio (inizio del sec. V) con il significato, in buona parte corrispondente a quello linguistico attuale, di ‘territorio dell’Impero’; e *romanitas (con l’asterisco: «un neologisme que proposo com a paral·lel d’altres vocables que s’hi assemblen, com llatinitat . . ., cristiandat, hispanidat») è già in Tertulliano (secc. II-III) con il significato di ‘comportamento, condizione romana’: sono scrittori che non appartengono alla latinità aurea, ma che certamente latini sono; e nel secondo caso l’asterisco andrebbe evitato, anche se Badia usa la parola in un’accezione diversa. Entrambi i termini, comunque, compaiono nel mio dizionario di latino (classico). Nel suo studio, l’autore sostiene l’attualità della filologia romanza nel panorama odierno delle discipline umanistiche.

Riguardano o toccano la filologia e la linguistica catalana i seguenti saggi: Carmen Pensado, «Sobre la historia del ensordecimiento final», pp. 29-57; Veronica Orazi, «Die verfolgte Frau. Per l’analisi semiologica di un motivo folclorico e delle sue derivazioni medievali (con speciale attenzione all’ambito catalano)», pp. 101-138; Aniello Fratta, «Per una rilettura di Jus lo front di Jordi de Sant Jordi», pp. 177-195; Tomàs Martínez Romero, «De poesia i lògica corellana. Comentaris a La mort per amor», pp. 197-212.  [C. Di G.]

 

[ix.2000]     

 

 

 

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